lunedì 16 marzo 2009

GIOCATORI


Andrea detto “Trattorino”

Quando parte, accende il suo motore diesel e ara buona parte del campo. Non un fulmine di guerra, ma ogni tanto azzecca il tiro della domenica. Alterna buone prestazioni con altre inguardabili, ma sarà l'età o il peso che aumenta...



Stefano B. detto “Cavallo pazzo”

Scorrazza per il campo con le sue lunghe leve e squassa le difese avversarie con la sua dinamicità. Arriva al tiro di frequente, ma la mira spesso non lo assiste, e calcia un po' dove capita, per la felicità dei portieri











Pietro detto “Gambadilegno”

Terzino volenteroso dai piedi non eccelsi, sgambetta per il campo come un soldatino caricato a molla. Adottato e preso bene da tutti per la sua innata simpatia, sopportato a mala pena per i suoi scherzi negli spogliatoi







Eugenio detto “il Killer”

Chi ha la sfortuna di trovarselo di fronte, non ha scampo. Potente nell'anticipo, sempre palla o giocatore, saltarlo è un'impresa. Programmato per annientare l'avversario, ha anche la fortuna di essere il più “giovane” della compagnia









Edo detto “Il podista”

In campo si mette spesso in tenuta jogging, con tanto di cappellino, e parte in quarta per la sua corsa senza fine. Inesauribile dai piedi un po' dispari, si mette su una fascia e vada come vada, con cuore generoso fino alla fine














Angelo detto “La vecchia gloria”

Il suo passato da centravanti di razza, lo porta ancora sulla via del goal. Statico ma imprevedibile, con le sue finte e le sue perdite di equilibrio, regala perle. che solo un esteta del calcio come lui riesce a comprendere









Gigi detto “Il capitano”

Centravanti di “peso” dalla stazza imponente, micidiale nel gioco aereo e preciso con entrambi i piedi. Selezionatore e collante di tutto l'ambaradan calcistico, senza di lui non ci sarebbe Free Friday Football Club










Ghido detto “ Cagnaccio”

Ringhia su tutti gli avversari e non molla un centimetro di palla. A volte l'addenta pure, a discapito della precisione, ma meglio non averlo dalla propria parte e se si arrabbia sa farsi sentire da tutti...












Stefano Maffi: detto “Il ragiunatt”

Mette in cassaforte gli avversari con una marcatura spesso asfissiante. Da mancino puro, gioca sulla fascia sinistra, che tiene con ordine come un perfetto ragioniere, ma senza troppa fantasia













Silvio detto “Il cabarettista”

La sua simpatia fuori dal campo di gioco contagia tutti, ed è un trascinatore nato. In campo è più riservato e tende a badare al sodo, giocando in modo concreto e senza fronzoli. Dispone di una buona cannonata, ma non fatelo giocare da centravanti...










Raffaele detto “Lo statistico”

La sua memoria calcistica riaffiora spesso negli spogliatoi e nei commenti scritti, quando sostituisce quelli del Marza. In campo, rinnega il suo passato da difensore e gioca di punta : si affida spesso alla sua specialità: la “sabongia”











Pino detto “Il conte”

Di natali gallesi, si fa notare per il suo aplomb in campo: sempre rispettoso verso tutto e tutti, e una classe di vecchia data. Sembra timido, ma in campo non lo dà a vedere. Come centrale difensivo o a centrocampo, sempre a disposizione, rimettendoci anche un legamento










Paolo ? detto Paoloesselunga

Per non confonderlo con l'altro Paolo, il suo soprannome è un riconoscimento al suo datore di lavoro. Lui è comunque lungo e alto, sembra un granatiere impettito, e in difesa ci sa fare, sopratutto di testa .













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Giampiero detto “Tamburino sardo”

Bomber per tutte le stagioni, abbina la caparbietà sarda alla flemma romana, per i suoi trascorsi nella capitale. Forte fisicamente e dotato di un buon tiro, ogni tanto d'estate sbarella per repentini sbalzi di pressione











Guido N. detto “Il regista”

Come se il Cimiano Stadium fosse Holliwood, coordina e dirige i lavori sul set del centrocampo . Quando vuole rifiatare, di solito verso metà partita, arretra e dà una mano in difesa, sfruttando la sua scelta di tempo negli stacchi aerei









Gabriele detto “Gianni Brera”

“Ne uccide più la penna che la spada”: a lui il compito di commentare in maniera sarcastica risultati della partita e le prestazioni dei giocatori. In campo delizia con cross alla Becham , ma di lui non ha né il fascino, né, soprattutto, il suo conto corrente








Alberto detto “ Scheggia impazzita”

Scatta a destra e manca per tutto l'incontro, puntando sempre verso l'area di rigore. Attaccante col fiuto del goal, già pantofola d'argento della passata stagione. Debole di caviglie e dal look sempre alla moda













Claudio detto il “Ragno nero”

Alto e secco come un palo, imbattibile sulle palle alte. Tesse la tela sulla sua porta, imbrigliando tutto il possibile, a volte anche di più. Il suo ginocchio l'ha costretto portiere, ma i risultati della trasformazione sono ottimi








John detto “Il gatto”

Agile e scattante come un giovane felino: se però prende goal più del dovuto, diventa irrascibile come Braccio di Ferro, recitando più di un “rosario” prima di riprendere il controllo











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